«Giosuè Carducci si trovava in vacanza a Madesimo nel 1888, prese l' abitudine di giocare a briscola con gente del posto.
Una sera, quei burloni gli offrirono una bottiglia dicendogli che si trattava di un vino stravecchio, Sassella gran riserva 1848.
Il poeta toscano ne fu tanto entusiasta da scrivere l' ode «A una bottiglia di Sassella del 1848». Peccato che il vino invece fosse del 1885: gli amici avevano truccato l' etichetta».
Mastrorilli Enzo
Pagina 55
(25 gennaio 2004) - Corriere della Sera
Giosuè Carducci - Odi barbare
Delle Odi Barbare Libro I
A UNA BOTTIGLIA DI VALTELLINA
DEL 1848
E tu pendevi tralcio da i retici
balzi odorando florido al murmure
de’ fiumi da l’alpe volgenti
ceruli in fuga spume d’argento,
quando l’aprile d’itala gloria
da ’l Po rideva fino a lo Stelvio
e il popol latino si cinse
su l’Austria cingol di cavaliere.
E tu nel tino bollivi torbido
prigione, quando d’italo spasimo
ottobre fremeva e Chiavenna,
oh Rezia forte!, schierò a Vercea
sessanta ancora di morte libera
petti assetati: Hainau gli aspri animi
contenne e i cavalli de l’Istro
ispidi in vista dei tre colori.
Rezia, salute! di padri liberi
figlia ed a nuove glorie piú libera!
È bello al bel sole de l’alpi
mescere il nobil tuo vin cantando:
cantando i canti de i giorni italici,
quando a’ tuoi passi correano i popoli,
splendea tra le nevi la nostra
bandiera sopra l’austriaca fuga.
A i noti canti lievi ombre sorgono
quei che anelando vittoria caddero?
Sia gloria, o fratelli! Non anche,
l’opra del secol non anche è piena.
Ma nei vegliardi vige il vostro animo,
il sangue vostro ferve ne i giovani:
o Italia, daremo in altre alpi
inclita a i venti la tua bandiera.
Interessante
RispondiEliminadel 2013 ho trovato questo
https://books.google.it/books?id=gixN31tgeSUC&pg=PT869&dq=%22una+bottiglia+di+valtellina%22&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwigmZDhiIrSAhVFwxQKHZXdDVUQ6AEIHzAA#v=onepage&q=%22una%20bottiglia%20di%20valtellina%22&f=true